Oggi 18 febbraio una delegazione della CISL FNS , composta dal segretario nazionale Raimondo Inganni, dal segretario generale regionale Crescenzo Lumieri, dal segretario regionale Giordano Bruno e dal segretario territoriale Antonio Pellegrino, ha effettuato una visita all’istituto penitenziario di Lecce toccando vari posti di servizio ove opera il personale di polizia penitenziaria .
Quello che al primo impatto si riscontra un sovraffollamento fuori dalla norma , anche se questo fenomeno è un male comune in tutti gli istituti d’Italia, l’istituto leccese supera ogni altra realtà.
Il carcere dovrebbe contenere circa 550 detenuti e tollerare la presenza di 1100 , oggi detiene circa 1400 reclusi.
Ciò significa che il poliziotto penitenziario è costretto a sorvegliare una utenza triplica rispetto all’ordinario , utenza ristretta in uno spazio ridotto, che fa scaturire per forza di cose una carenza di igiene e salubrità degli ambienti in cui l’operatore è costretto a svolgere il proprio mandato istituzionale.
Un istituto penitenziario collaudato per circa 550 detenuti e ne contiene circa 1400 , opera fuori ogni norma di sicurezza.
Dobbiamo aspettare che qualcosa di forte ed eclatante succeda ,per intervenire e ricercare le responsabilità che sicuramente verranno addebitate all’onesto lavoratore che opera CON GRANDE SENSO DI ABNEGAZIONE nei reparti detentivi?
Per il sovraffollamento, al personale di Polizia Penitenziaria , in più occasioni, non viene garantito il più elementare diritto minimo del lavoratore quale il godimento del congedo ordinario o del riposo settimanale .
Basti pensare che per gli anni 2009 -2010 -2011 rimango da godere ancora 54743 giorni di congedo ordinario e 415 giorni di riposo non sono stati concessi.
Noi ci chiediamo :” NELL’ISTITUTO PENALE DI LECCE OPERANO POLIZIOTTI PENITENZIARI IL CUI LAVORO E’ REGOLATO DALLE LEGGI CHE NORMANO IL DIRITTO DEL LAVORTORE O SIAMO DI FRONTE A SCHIAVI OBBLIGATI A PRESTARE LA PROPRIA OPERA LAVORATIVA CHE PER FORZA DI CAUSA MAGGIORE SONO COSTRETTI A TRASCURARE LA PROPRIA VITA PRIVATA?”.
Durante la visita si apprende che ANCORA OGGI in alcuni reparti , ci sono forti infiltrazioni d’acqua piovana che si infilano nei condotti elettrici , per non parlare delle docce detenuti che a nostro avviso sono fuori da ogni norma di sicurezza per l’umidità che intacca le PARTI ELETTRICHE E IL VAPORE SI INTRUFOLA NEI CORRIDOI , si condensa sul posto di lavoro dove il poliziotto opera;dobbiamo aspettare che qualche POLIZIOTTO o qualcuno si faccia male?
Nei posti di lavoro , in cui opera il lavoratore , vengono effettuate le pulizie minime in quanto gli addetti alle pulizie ,( utenza detenuta), viene impiegata per un tempo irrisorio confronti ai grandi spazi in gestione , il tutto perché non ci sono fondi disponibili .
Un solo agente penitenziario sorveglia più di 70 detenuti ,ai quali assicura tutte le attività “tratta mentali”, quando dovrebbe operare con un numero molto inferiore .
Il rischio di malattie infettive è alto perché ,quando un arrestato viene aggregato presso l’istituto penitenziario , a nostro avviso , pochi sono gli accertamenti che vengono svolti ;noi riteniamo che si dovrebbero aggiungere obbligatoriamente a quelli già esistenti , come screening di rutine, i test per rilevare la presenza di TBC a tutela della salute dei lavoratori ,delle loro famiglie e della comunità esterna in cui svolgono la vita quotidiana.
Chiediamo l’intervento di tutte le autorità : Governo Prefetto , Amministrazione Penitenziaria ,Autorità Giudiziaria, Presidente della Regione ,Sindaco e Presidente della Provincia , il responsabile della Asl di Lecce , perché la realtà dell’istituto penitenziario leccese non è sola degli operatori penitenziari di tutti i livelli , ma è di tutta la comunità della provincia di Lecce.
Comunicato Stampa

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