“La CISL Medici di Lecce valuta positivamente l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del DL con nuove misure urgenti per contrastare la violenza nei confronti di medici e sanitari che adotta, fra le varie misure, l’estensione dell’arresto in flagranza differita anche alle violenze operate nei confronti dei professionisti sanitari da accertare attraverso strumenti che consentano di poter identificare l’aggressore con pene fino a 5 anni di carcere, nonché l’introduzione di nuove misure di rafforzamento delle sanzioni a danno degli aggressori fino a 10.000 €.”
E’ quanto dichiara il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, reggente della Cisl Medici. “Importante anche la previsione di aumenti di pena in caso di fatti commessi da più persone.
Trattasi di aspetti che sono stati oggetto del recente confronto con il Ministero della salute al quale la Cisl ha partecipato insistendo nel suo intervento anche sull’esigenza di una maggiore responsabilità su cui investire i datori di lavoro affinché agiscano, in primis, su un rafforzamento reputazionale dei professionisti sanitari, non abbassando la guardia sull’implementazione dei processi assunzionali allo scopo di rafforzare l’offerta dei servizi.
La Cisl, nel confronto in sede ministeriale, nell’auspicare il decreto in tempi brevi aveva proposto anche alcune misure di seguito sintetizzate per punti che aiuterebbero a stemperare l’attuale clima di violenza a carico dei sanitari quali:
– Il riconoscimento formale della qualifica di pubblico ufficiale a tutti gli esercenti, una professione sanitaria;
-L’aggiornamento dei DVR aziendali ai sensi dell’art. 18 del Dlgs 81/2008 che dovrebbe prevedere una specifica valutazione del rischio aggressione per le diverse categorie operanti all’interno dell’azienda sanitaria;
-L’obbligatorietà della segnalazione alla Procura da parte dell’Azienda sanitaria;
– L’obbligatorietà della costituzione di parte civile dell’Azienda e dell’Ente Regione;
-la previsione del danno all’immagine per l’Azienda e del danno esistenziale per il sanitario; per i casi più gravi o reiterati, benefici similari a quelli stabiliti per le donne vittime di violenza”.