Nota Cisl FP Lecce sulle criticità organizzative nell’ssistenza sanitaria della Casa Circondariale di Lecce

Nota Cisl FP Lecce sulle criticità organizzative nell’ssistenza sanitaria della Casa Circondariale di Lecce

La Scrivente O. S. continua ricevere, da parte dei lavoratori sanitari in servizio presso la Casa Circondariale di Lecce, diverse segnalazioni con le quali si lamenta una inefficienza organizzativa, oltre alla carenza del personale impiegato nelle attività assistenziali presso la predetta struttura, che rendono insostenibile le condizioni lavorative presso la casa Circondariale di Lecce.
Durante la delegazione trattante del 02.03.2023, la scrivente O.S., in rispetto all’ODG, ha descritto la situazione in cui versano i lavoratori, a dimostrazione di ciò, è evidente il malessere lavorativo da stress correlato per cui, negli anni e da sempre, il personale afferente ha fortemente espresso malumori e volontà di ricollocamento con reiterate istanze di trasferimento, il più delle volte rimaste senza riscontro. E’ facile immaginare la impossibilità di sostituire il personale in quanto, per la nota fama avversa, vi è la naturale resistenza di nuovo personale a subentrare in tali attività lavorative che,
allo stato, non lascerebbero nessuna o poche possibilità di ricollocamento futuro oltre quelle mura.
La riluttanza, da parte dei lavoratori ad accettare la destinazione con l’incarico presso tale struttura è ben nota, un’ostilità dovuta ad un ambiente chiuso, regole di Polizia da rispettare, il contesto in cui si opera ma, soprattutto, alla cattiva immagine che ormai si è rivestito il servizio. L’attuale situazione ad oggi, ci descrive personale in servizio in numero insufficiente o mal organizzato che è conseguenza dell’inefficienza di tutto il sistema sanitario carcerario che, con il poco personale assegnato, è perennemente in affanno nel gestire l’assistenza e cure in modo ottimale a circa 1100 detenuti di cui, una parte percentuale molto importante in trattamento con terapia psichiatrica.
Oltre la carenza strutturale di personale, si aggiungono le numerose assenze per motivi di salute, conseguenza di forti stress o altro, tali assenze riducono drasticamente il personale in servizio sottoponendo il restante a stress da lavoro correlato con compromissione della propria salute e quella degli assistiti. In alcune circostanze, in turno, solo 2 infermieri per gestire una potenziale assistenza sanitaria a ben 1100 detenuti.
Senza volersi addentrare a particolari e sgradevoli accadimenti, così come succede anche in quasi tutti i PP.SS. della ASL Lecce e non solo, anche negli ambienti carcerari vi sarebbero delle aggressioni nei confronti dei lavoratori sanitari, in particolar modo negli ambienti psichiatrici, ciò a dimostrazione di un ulteriore aggravante che dimostra quanto sia elevato il rischio lavorativo (riconoscimento di indennità di rischio?).
La assenza di procedure d’ufficio da parte di codesta Asl che attivi in automatico gli uffici preposti, come l’ufficio rischi o l’avvocatura aziendale, oltre che a delle misure alternative di sostegno al personale, come la presenza di psicologi del lavoro, sfiduciano e rassegnano il personale sanitario ad una sensazione di totale abbandono da parte del datore di Lavoro.

In allegato il testo integrale della Nota

 

Categorie:
Stampa o scarica l'articolo
Print Friendly, PDF & Email