Fisascat Cisl Lecce: massiccia partecipazione allo sciopero del settore sicurezza privata

Fisascat Cisl Lecce: massiccia partecipazione allo sciopero del settore sicurezza privata
Un gran numero di lavoratori del settore della vigilanza privata e dei servizi fiduciari partirà da Lecce per partecipare allo sciopero generale nazionale “Senza contratto non c’è sicurezza” indetto da Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs che si terrà venerdì 4 maggio 2018 in piazza Santi Apostoli a Roma. La motivazioni della protesta riguarda principalmente la vertenza per il rinnovo del contratto di lavoro per i “Dipendenti da Istituti ed Imprese della Vigilanza privata e dei servizi fiduciari” scaduto il 31 dicembre 2015 e che interessa in tutta Italia 70 mila addetti del comparto. “Per la provincia di Lecce – afferma Carmela Tarantini, segretaria generale Fisascat Cisl Lecce - da fonti della Prefettura sono 800 le guardie giurate interessate alla vertenza, oltre ad un gran numero di altri lavoratori del settore. Venerdì saremo a Roma per sostenere lo sciopero nazionale perché riteniamo grave la situazione che questi lavoratori stanno affrontando. Si tratta, infatti, di un grande paradosso proprio coloro che assicurano la sicurezza della collettività e che sono esposti quotidianamente a grandi rischi sono quelli meno tutelati. Dopo un anno di trattative a livello nazionale, lo stallo del contratto è dovuto dall’ultima tornata negoziale che si è arenata sulle proposte peggiorative: su orario di lavoro, trattamento economico della malattia e utilizzo permessi retribuiti avanzate al tavolo di confronto dalle associazioni imprenditoriali del settore”. “Si tratta di richieste assurde – prosegue Tarantini – che riguardano, nello specifico l’innalzamento a 45 ore settimanali l’orario normale di lavoro del personale adibito ai servizi di piantonamento, dove tali lavoratori garantiscono già turni diurni e notturni, con pochissime ore di pausa, tutti i giorni senza alcun aumento salariale; altra proposta considerare il riposo settimanale come media di due giorni su quattordici giorni (e non più come la media di un giorno su sette come attualmente prevede il contratto), eliminare il pagamento del trattamento economico di malattia per i primi tre giorni e ridurre l’integrazione spettante al lavoratore anche per i giorni successivi. Le parti datoriali intendono, inoltre, facilitare i licenziamenti per giusta causa, ridurre la durata minima settimanale del part-time, abbattendo l’attuale limite fissato dal contratto nazionale in 24 ore, ricorrere a lavoro a chiamata/intermittente non garantendo in nessun modo la continuità lavorativa. Per opporci a tutte queste richieste, rivendicare i diritti dei lavoratori e lottare per il rinnovo del contratto dalla provincia di Lecce, prevediamo una massiccia adesione allo sciopero anche perché questo è un settore che va tutelato soprattutto per la funzione sociale che svolge sul territorio”.
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