Al via le assemblee sindacali dei lavoratori postali per fermare la privatizzazione di Poste italiane

Al via le assemblee sindacali dei lavoratori postali per fermare la privatizzazione di Poste italiane

“Grande partecipazione ed interesse da parte dei lavoratori postali alle assemblee sindacali che si stanno svolgendo in questi giorni negli uffici di tutto il territorio salentino e che proseguiranno fino al 2 novembre in previsione di due importanti appuntamenti: lo sciopero delle prestazioni aggiuntive e straordinarie che inizierà lunedì 24 ottobre e che proseguirà fino al 23 novembre 2016 e quello generale nazionale indetto dalle organizzazioni sindacali Slp Cisl, Slc Cgil, Confsal Comunicazioni, Failp Cisal e Ugl Com previsto per il 4 novembre prossimo che si terrà a Roma e contemporaneamente in tutti i capoluoghi delle regioni, per la Puglia a Bari in piazza Prefettura.

Ad annunciarlo sono i segretari generali di categoria leccesi Vito Immacolato Slp Cisl, Bruno Tataranni Slc Cgil, Giuseppe Morciano Confsal Com Otello Petruzzi Failp Cisal.

“In questi giorni siamo molto impegnati– affermano i segretari Immacolato,Tataranni, Morciano e Petruzzi –  ad incontrare numerosi lavoratori postali che stanno scioperando per difendere il proprio futuro e per fermare la privatizzazione di poste italiane.  Oltre alla  privatizzazione è stato implementato il “Progetto recapito a giorni alterni” che è costato circa 10.000 posto di lavoro in meno a carattere nazionale ed ha visto questa provincia perdere in un sol colpo 83 zone di recapito. Ovviamente il taglio impatta negativamente sull’attività del portalettere che deve servire un maggiore numero di utenti con un allargamento consistente della propria zona di recapito.Chiaramente questo si traduce anche in un peggioramento della qualità del servizio fornito al cittadino che, se va bene, riceve la corrispondenza una volta la settimana. A causa di ciò molti cittadini esasperati si rivolgono ai portalettere in modo poco consono ingiuriandoli e addirittura minacciandoli,senza comprendere che la colpa è da ricercare altrove e non può assolutamente cadere sulle spalle dei lavoratori postali che, con grande senso di responsabilità ed attaccamento al dovere, lavorano anche 12 ore al giorno senza percepire alcuna indennità.

“Le cose non vanno bene neanche nel settore della sportelleria –  aggiungono Immacolato, Tataranni, Morciano e Petruzzi – dove i carichi di lavoro sono massacranti e le pressioni commerciali subite da tutto il personale,direttori compresi, sono al limite del ricatto. Se questo è il risultato prodotto dalla prima tranche di privatizzazione, non osiamo immaginare cosa accadrà a questi lavoratori con un’azienda completamente a capitale privato. Riteniamo doveroso esprimere il nostro assoluto dissenso ad altre forme di privatizzazione che il governo vuole mettere in atto, ricordando anche l’universalità del servizio offerto da Poste Italiane nei confronti dei cittadini, che verrà messo a rischio dalla privatizzazione. I cittadini che da sempre ripongono grande fiducia nelle Poste proprio per la garanzia che offre, essendo a partecipazione statale, a fronte di una totale privatizzazione non crediamo possano sentirsi garantiti allo stesso modo”.

Le assemblee già tenutesi nelle zone di Tricase, Casarano, Galatina, Copertino, Martano interesseranno gli uffici postali di Campi Salentina (20 ottobre), Gallipoli (21 ottobre), Lecce(22 ottobre), Nardò (24 ottobre), Maglie (25 ottobre), Poggiardo ed i paesi limitrofi.

 

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